Historical – Archeological Itinerary
ITINERARIO STORICO – ARCHEOLOGICO
Situato sulle pendici della collina “Paradiso”, ospitato nel suggestivo scenario del Complesso Monumentale di S. Antonio. Espone cimeli e documentazione relativi allo sbarco alleato sulle spiagge ebolitane della frazione “Campolongo” e zone adiacenti (Operation Avalanche – 9 Settebre 1943). Un percorso fotografico ed una moderna sala emozionale conducono il visitatore attraverso le vicende che hanno cambiato la Storia dell’Italia.
Il Museo ha sede nel complesso Monumentale di San Francesco, nel cuore del Centro Antico della Città, e raccoglie reperti – prevalentemente corredi funerai – provenienti dal territorio del Centro Antico della Città, dalla collina di Montedoro e dal sito archeologico di San Vito al Sele. Altri spazi sono riservati a località dislocate nel territorio circostante, quali Campagna, Battipaglia e Oliveto Citra. Il percorso espositivo è organizzato secondo un criterio cronologico teso a rappresentare le principali fasi della vita ultra millenaria dell’insediamento: la Preistoria, l’Età del Ferro, il periodo Orientalizzante, il VI e V secolo a.C., e la ricca documentazione del IV secolo a.C.
Si ritiene che sia stato eretto dai Longobardi o ancora dai Normanni. Il primo Signore di Eboli, Guglielmo d’Altavilla, decimo figlio di Tancredi d’Altavilla e fratello del più importante dei cavalieri normanni, Roberto il Guiscardo, nel 1056 crea la “Contea del Principato”. Quando ai Normanni subentrarono gli Svevi, il territorio di Eboli passò sotto la diretta amministrazione della Corona. Il Castello oggi è il risultato di vari ampliamenti avvenuti nel corso dei secoli. Attualmente ospita l’ICATT (Istituto a Custodia Attenuata per il Trattamento delle Tossicodipendenze).
(solo su prenotazione preventiva e con restrizioni)
È situato nella zona antistante il Santuario dei Santi Cosma e Damiano, alla periferia di quello che doveva essere il nucleo abitato dell’antica Eburum ed ai bordi di un lastricato che gli storici ritengono possa essere l’antica via Popilia (la strada che collegava Capua a Reghium). Nel complesso archeologico sono visibili i resti di un Quartiere Artigianale composto da tre fornaci, due delle quali pertinenti alla stessa officina; la prima, più piccola per dimensioni, è perfettamente conservata e presenta tutte le caratteristiche della fornace tipo. La camera di combustione aveva probabilmente due entrate simmetriche.
Il sito si trova ai confini con il Parco regionale dei Monti Picentini. Nella parta alta della collina di Montedoro, nei pressi dell’attica chiesa di San Giuseppe, negli anni compresi tra il 1973 ed il 1984 la Soprintendenza Archeologica di Salerno – in collaborazione con l’Università Sorbonne di Parigi – condusse degli scavi che misero in luce ampi tratti della linea di fortificazione, un abitato ed un’area di culto risalenti alla fase del Bronzo Finale; nonché i resti di alcune formaci di epoca Micenea.